"I ricordi di mia madre."
Di Vincenzo Maria D'Ascanio.
Macchine da scrivere, fogli
e calcoli,
cene, sorelle, funzioni
pomeridiane,
marito al lavoro sino a
sera,
figli sempre più vitali e
dispotici.
Medicine amare, dolci e
regali,
scarpe, rosari, gioie e
dolori
ogni elemento si compatta,
costante,
in questa nuova luce
pomeridiana.
Ecco dunque il camino, il
fuoco ti calma,
e la mente ritorna a giorni
lontani,
quando eri una bambina
scalza
e tutto sorrideva senza
compromessi.
Eccoti piccola nella polvere
serale
tra i visi semplici del tuo
vicinato,
gli uomini seri, cantano in
limba,
le donne, sagge, discutono
calme.
Ora sei accanto a tua madre
stoica cammina tra l’erba
umida,
rivedi la moribonda strada
campestre,
le zappe, le vigne
tinteggiate di rosso.
Eccola dunque l’Estate, e
tuo padre,
che scende dal carro nella
calma serale,
pelle scura e fucile sulle
spalle,
un rosa velato si stende
sulla valle.
Ripensi ai balli, alle feste
paesane,
colori accecanti, ma sempre
più lontani,
visi d’amiche che hai
ritrovato
e gli occhi azzurri
dell’uomo amato.
Passeggi silenziosa per
nuove strade
e un vento pacato ti scuote
le spalle,
ricordi i secondi dei nostri
primi giorni,
quando ho camminato, la
prima volta che ho parlato.
Eccoti magicamente in
braccio a tua madre
dinanzi all’ampio camino di
un tempo,
vedi passare tuo padre, gli
vorresti parlare,
ma lui ti sorride e scompare
di nuovo...
Nessun commento:
Posta un commento