giovedì 17 febbraio 2022

Lettera a mio figlio.




Bambino mio, forse ora dormi
e quando ti sveglierai non capirai
il dolore di un ragazzo, di un uomo
che con tutto l’ardore del mondo
ha cercato di esserti vicino.

Una giustizia perfettamente ingiusta
mi ha trascinato lontano,
e mi mancano le tue mani, i tuoi sorrisi,
muoio al ricordo di quando dormivamo
sulla spiaggia, negli ultimi bagliori d’Estate.

Non mi sono mai sentito così solo
perché mai ho amato tanto,
l’ultima volta che ti vidi, e abbracciai,
fu in una fredda caserma,
dinanzi a occhi crudeli
di persone che mi odiavano.

Volevo schiacciare il mondo,
pur di riaverti con me,
e mi hanno chiamato criminale,
poi folle, malato, violento,
e tutto questo perché tanti
non sanno cosa sia
il vero amore.

Non temere piccolo,

un giorno non molto lontano

ci riprenderemo tutto,
ci risarciranno per questi giorni di lutto,
e allora cammineremo mano nella mano
e ti racconterò il mistero degli alberi,
il lavoro instancabile delle formiche,
leggerai i miei libri, le mie poesie
e mi sorriderai col cuore colmo di gioia.

Sarò sempre presente,
ti difenderò e ascolterò,
e nonostante in molti
ti parleranno della mia follia
tu comprenderai che in realtà
si può impazzire per il troppo amore.

E verrà il giorno in cui mi veglierai
perché il tempo mi avrà distrutto,
allora mi riprenderai le mani,
e il tuo sguardo mi tranquillizzerà.

Eluderemo insieme la morte.

Vincenzo Maria D'Ascanio

Nessun commento:

Posta un commento