sabato 20 marzo 2021

“Il vascello nella tempesta” Di Vincenzo Maria D’Ascanio.


 



Sono salpato dalla baia
una fugace mattina soleggiata,
il piccolo vascello contava
parenti e amici inaspettati.
io ero statico al timone
il mare era stanco e calmo,
il vascello solido come marmo
solcava le acque senza clamore.

Poi inattese nuvole piombate
giunsero a offuscare il cielo,
la compagnia presto dissipata
meno qualche anima salva.
Alcuni ho dovuto allontanare:
asserragliati nell'oscurità della stiva
perforavano decisamente ghignando
già mi vedevano nelle profondità del mare.
Altri si sono smaterializzati
senza un fugace cenno di saluto
sì che la tempesta fa paura
a chi nel salotto si sente al sicuro.

Del resto le braccia sono stanche
le correnti sin troppo energiche,
voglio lasciarmi scivolare
ma reagisco, non intendo rinunciare.
ogni tanto ricompare il sole
e il mare la guardia abbassa,
dunque posso piegarmi, ridere, riposare
ma ora son desto, non mi lascio andare.

Il porto è ancora un miraggio
al quale intendo approdare,
là regna eternamente il sole
amici attendono le mie parole.
Charles,
il Chiodo, Sasso e Vino
ma sopratutto, specialmente, lei
serena e armata di sorriso
mi farà sentire nuovamente vivo.

Scenderò dal vascello danneggiato
e dopo aver ognuno salutato
correrò per abbracciarla
per tornar bambino tra le sue braccia.
mi diranno "devi presto ripartire"
ma io sarò come un sasso,
il mare non ha fretta,
sono fin troppo stanco

#vincenzomariadascanio

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