venerdì 29 maggio 2020

“Un paese nella valle.” Di Vincenzo Maria D'Ascanio


“Un paese nella valle.”
Di Vincenzo Maria D'Ascanio.
"Non so quale slancio divino
m'abbia scelto e scagliato dal cielo,
preciso sino al grembo di mia madre
in quel letto dove ancora riposo.
Non equatore o tropico del cancro
ma Sardegna, costa orientale,
un paese da cui si vede il mare
come miraggio, come sogno estivo.
Intorno la natura spartana,
un fiume ombroso che scavò la valle,
e campi coltivati da braccia possenti
per produrre quel vino inoppugnabile.
Ragazzino imparai ad irrigidirmi
e snervato me ne andai, nonostante
struggimenti per azzurre lontananze
e il desiderio incontenibile d'urlare.
Di certo ero imbottito di sogni
ma furono più ortiche che fiori
a rendermi insolente e frustrato,
perennemente in cerca un appiglio.
Oggi, invece, provo un sincero affetto
per un esercito di case in cerca del sole
quando torno mi siedo ad osservare,
Sigarette, vino e tante, tante domande.
Guardo con piacere le mie coetanee
sorridenti coi figli sul passeggino,
eppure le ricordo ancora bambine:
ora sono madri premurose ed attente.
Osservo i ragazzi oggi uomini
che camminano con la giacca sulla spalle,
Qualcuno si siede, un vecchio amico
Ci scambiamo memorie, gioie e croci.
Più di tutti considero gli anziani,
schiena modellata dal lavoro nei campi,
passeggiano sereni coi loro bastoni,
"Buonasera", e proseguono sul viale.
Non so dove mi porteranno i venti
ma nel mio cuore di certo lo conserverò,
la vita mi ha voluto nomade
mai troppo tempo nello stesso luogo.
Tuttavia avrei un piccolo desiderio
che vi esprimo nei più semplici modi:
le mie spoglie riponetele qui,
A Jerzu, dove il viaggio cominciò."

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