La nostra chiave.
Di Vincenzo Maria D’Ascanio
Non mi sono affatto accorto
delle tue lacrime sul viso,
non le potevo vedere, forse,
ma chi può dirlo, non di certo io.
Tu le hai nascoste bene
rannicchiata in quel grande divano,
sei come uno raro fiore
con le radici affondate nel dolore,
un dolore profondo e oscuro
Sai cose facciamo, ascoltami,
ora corriamo sotto le coperte
e giochiamo come due bambini,
ti racconterò una piccola favola
di quella dove i principi a cavallo
salvano le principesse, le portano via
e i draghi sono solo tutti allontanati.
Poi saliamo sulla macchina
e corriamo sino al mare,
porteremo una bottiglia di vino
conteremo le stelle una a una
e forse, forse
canteremo e ci spoglieremo
e giocheremo nell'acqua calma.
Guarderemo dal buco della serratura
da dove si vede la nostra vita
lontana dal nostro dolore
dove ci saremo solo soltanto noi.
Un nuovo mondo da costruire
mattone dopo mattone,
scenderanno fili di sudore
e gocce fresche di rugiada.
#vincenzomariadascanio
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