Sapevi dei vapori nocivi di Termini
e di quei ragazzi dallo sguardo accorto,
nell’incessante susseguirsi di valige,
capelli, impermeabili ed occhi stanchi.
Conoscevi l’Idroscalo di Ostia
e le tonalità ondose sulla spiaggia,
sapevi del buio cavo di una strada
che desolata passava tra le roulotte.
Chi ti ha ammazzato non ha letto i versi
e non sapeva del tuo amore periferico,
non ha considerato la razionalità affilata
e la sconsiderata dedizione alla vita.
Chi ti ha ucciso no, di certo non poteva sapere...
Chi ti ha ucciso, che fossero fascisti, visionari
o servizi segreti deviati da mani avvezze al denaro,
ha pensato d’ucciderti due volte con la vergogna,
a te, che di vergogna non potevi provarne.
Illusi, perché soltanto degli illusi
potevano pensare di ucciderti realmente.
Perché tu, come ogni verità assoluta
come la sabbia irrorata dalla spuma oceanica,
come i colli romani assediati dalla nebbia,
come l’arte distillata dagli eterni poeti,
come i paesi appenninici arroccati e solitari,
come la campagna schiantata dall'Inverno,
in generale, come tutta la bellezza fiammante,
non potevi essere ucciso, né umiliato.
Così come non possono i manganelli,
così come perdono forza i fucili dei militari,
allo stesso modo nulla possono i coltellacci
e la verità spezzerà per sempre le catene.
Tu vivi, e vivrai negli abissi dei deboli,
perché in un mondo sanguinante ferocia
#vincenzomariadascanio
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